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mercoledì 7 dicembre 2011

Intervista a Claudio Masciopinto dal Blog di Laura Bellini e Dylan Berro

1. Ciao Claudio, benvenuto nel nostro blog. Vuoi presentarti ai nostri lettori?
Mi chiamo Claudio, ho 22 anni e sono laureato in Filosofia all’Università degli studi di Bari. Attualmente lavoro e frequento all’Università degli studi di Siena il corso di laurea magistrale in “Antropologia e linguaggi dell’immagine”. Le mie passioni sono la filosofia, la letteratura e naturalmente i fumetti.
  1. Il tuo libro è un saggio sul fumetto. Come mai questa scelta? Vuoi spiegarci qualcosa a riguardo? I tuoi studi hanno influito sulla decisione di pubblicare un libro su questo argomento?
Sono da sempre un accanito lettore di ogni genere, inclusi quindi i fumetti. Purtroppo, nonostante una notevole rilettura del ruolo e del valore del fumetto fatta da importanti studiosi e saggisti italiani, la gente tende ancora oggi a rilegarlo nei generi d’intrattenimento adatti ad un pubblico con poche pretese.
Questo saggio nasce allora dalla voglia di mostrare la possibilità di incentrare un percorso didattico sul fumetto e con il fumetto, usando questo strumento nelle mie ricerche e studi personali.
Certamente i miei studi hanno influito sul percorso e la direzione che dovevo dare a questo lavoro.
  1. Pensando ai fumetti viene a tutti in mente l’immagine di Dylan Dog o i Peanuts. A quale dei due generi, totalmente differenti, ti senti maggiormente affine?
Citi due opere straordinarie, egualmente importanti nonostante la loro differenza. Dylan Dog è stato una vera novità nel panorama fumettistico italiano, destando interesse e curiosità per le sue tematiche di horror e fantascienza capaci di soddisfare il lettore grazie a un modo di narrare ricco di fantasia, ma comunque legato indissolubilmente alla realtà e alla concretezza di ciò che vede.
I Peanuts invece è un universo popolato da filosofi e poeti bambini, che mostrano e interpretano le numerose sfaccettature dell’esistenza con un linguaggio a tratti poetico. “Schulz è un poeta” afferma U. Eco, e ha ragione.
Pur apprezzando entrambi i generi, sicuramente mi sento maggiormente affine al linguaggio dei Peanuts.
  1. Come ci si approccia a questo genere letterario così diverso da quello di un romanzo? E perché l’hai scelto? Con quale opera potrebbe iniziare un novizio?
Ritengo che non ci sia un vero approccio al genere letterario del saggio; o meglio, bisogna avere una notevole passione per la ricerca e lo studio. Il romanzo nasce da un intuizione interiore, fatta di creatività e di esperienza; il saggio è invece un lavoro di ricerca, che ti porta via tempo per la lettura e lo studio delle fonti da cui attingere e infine citare. L’ho scelto perché, pur non possedendo doti e linguaggi che appartengono a un docente o ad un critico, mi piace condividere e divulgare le mie ricerche, soprattutto con i ragazzi.
Per questo genere letterario un novizio deve avere un dato campo di ricerca da analizzare, utilizzando gli strumenti che più trova adatti. Io ho usato i libri e anche i fumetti.
  1. In “Il fumetto tra i banchi di scuola”, affronti tematiche importanti come: la filosofia, la storia, la letteratura. E’ un modo per invogliare i giovani ad avvicinarsi con piacere a queste materie?
Sicuramente questo modesto lavoro è indirizzato a un lettore giovane, per invogliarlo ad approfondire tematiche complesse attraverso un linguaggio supportato dalle immagini (le vignette). Diciamo che mi piacerebbe avere il ruolo dello sgabello della libreria che serve per raggiungere gli scaffali più alti.
  1. Ci racconti come nasce un saggio? Quali sono le difficoltà che hai riscontrato scrivendolo? E quali le soddisfazioni?
Questo saggio nasce inizialmente come una tesi di esame di stato, in cui decisi di incentrare un percorso didattico tra scuola e fumetto. L’esame andò bene, e più di un professore mi chiese informazioni e curiosità sul lavoro svolto. Così, nei successivi tre anni, decisi di continuare a rivederlo ed approfondirlo.
Le difficoltà che ho riscontrato sono state la ricerca di un linguaggio chiaro e curato, ed una attenta ricerca per i vari temi. Le soddisfazioni sono state la conclusione di questo piccolo saggio, seguita dai commenti di alcuni lettori che mi dicevano che avrebbero letto con più attenzione le opere affrontate nel libro.
  1. Immagino che tu legga molti fumetti. Esulando da questo genere, quali sono gli autori che ami di più e perché?
Riguardo il fumetto, i miei autori preferiti sono Hugo Pratt, Jiro Taniguchi e Joe Sacco. Di Pratt apprezzo l’abilità narrativa e la continua ricerca di uno stile grafico espressivo ed essenziale, che in un connubio straordinario hanno creato un personaggio come Corto Maltese.
Taniguchi ha invece uno stile realistico, e i suoi romanzi grafici toccano il cuore di chi legge.
Joe Sacco ha creato il reportage a fumetti, con opere meravigliose come “Palestina” e “Gaza 1956”.
  1. Cosa ne pensi degli e-book? Meglio un formato elettronico, comodo da trasportare e sempre accessibile o il classico libro in cui sfogliare le pagine?
L’e-book è indubbiamente un valido strumento per leggere, poiché facile da trasportare ed economico, e si avvicina agli strumenti dei ragazzi d’oggi.
In linea del tutto personale sono un tradizionalista, e continuo a preferire il classico libro con le sue pagine da sfogliare.
  1. Progetti futuri? Hai un blog o un sito internet in cui possano seguirti i lettori?
Ho intenzione di continuare a fare opere di saggistica sempre inerenti al fumetto; poi, chissà. Attualmente non ho ancora un blog o sito personale, ma è nei miei piani crearne uno al più presto.
Grazie Claudio per aver partecipato. Questa era l’ultima domanda. In bocca al lupo per il tuo lavoro.
Grazie a voi per avermi dato l’opportunità di questa intervista.
  
Link del blog: http://soleeluna.altervista.org/

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