Cerca nel blog

sabato 23 febbraio 2013

Riprendiamoci i nostri diritti



Ogni società fino ad oggi è stata oligarchica, cioè governata da pochi, anche se "rappresentanti" di molti; oggi specialmente, malgrado la diffusione di certi modi detti democratici, il potere (un potere enorme) è in mano a pochi, in ogni paese. Bisogna, invece, arrivare ad una società di tutti, alla "omnicrazia".
 (Aldo Capitini)
Indubbiamente può sembrare inusuale trovare una citazione di Aldo Capitini su un blog che si occupa del fumetti e dei suoi linguaggi. Un blog che, causa impegni, pigrizia, e anche un po’ di sfiducia, non aggiorna più come una volta.
Ho sempre evitato di menzionare temi e discorsi politici nei miei post: infatti, ho sempre pensato alla politica come qualcosa di sporco, effimero, a tratti triste; questo perché sono rimasto disilluso da una società e da un sistema che non pensa ai giovani, alle persone e alla cultura, tutto rivolto com’è dal proprio tornaconto personale. Ed è questo ciò che più mi disgusta: il politico dovrebbe essere una persona che ha a cuore l’interesse della comunità, non il proprio.
È adesso, a poche ore dalle elezioni 2013, ho compresso una cosa: sbagliavo, bisogna partecipare attivamente alla politica, farlo insieme agli, discutendo con mente aperta e flessibile dei problemi della comunità e proponendo delle possibili soluzioni o alternative. È questo monito deve partire da noi giovani: dobbiamo uscire dal nostro torpore, risvegliare gli “ardori giovanili”, ma non quelli del menefreghismo, del “tanto non cambierà mai nulla”, ma con quelli della voglia di cambiamento e la disperata volontà di vedere rispecchiata davanti a noi una società civilmente più impegnata ed attenta. Dobbiamo tenere a mente questa lezione: non esistono uomini della provvidenza,  siamo noi il cambiamento che vogliamo, e le parole di Capitini, pensatore e filosofo italiano che andrebbe proposto nei nostri programmi scolastici, risuonano di incredibile attualità.
Non dirò di votare questo e quel partito: attraverso i mezzi di comunicazione odierni ognuno di noi può riuscire a farsi una personale idea politica; quello che suggerisco e di andare a votare, pensando alle necessità attuali: dal precariato alla disoccupazione giovanile, dalla imprese in crisi alla cultura e all’ambiente non coltivato ne valorizzato. Riprendiamoci la nostra voce nel dibattito contemporaneo: in fin dei conti la politica non è che questo.