1- Claudio inizia a presentarti ai nostri lettori. Chi sei, i tuoi hobby e quali sono i tuoi sogni per il futuro.
Mi chiamo Claudio, sono un appassionato di letteratura, filosofia e fumetti. In questo periodo lavoro e continuo i miei studi a Siena; frequento il corso di laurea magistrale in Antropologia e linguaggi dell’immagine; il mio sogno è quello di diventare un importante studioso e saggista.
2- Laureato in filosofia a soli 22 anni, premessi i miei complimenti, che cosa ti ha spinto a scegliere una strada, per molti coraggiosa, come questa?
La filosofia è la materia con cui l’uomo si è rapportato con la realtà, ponendosi domande e cercando soluzioni. Per molti versi amo definirla come la “madre” di tutte le scienze. Questo perché ognuno di noi, durante la vita, si è posto almeno una volta delle domande di tipo filosofico: Qual’ è il senso dell’esistenza?Che cosa è buono e che cosa è male? C’è uno scopo? Cosa regge il mondo? Dove Dio? Tutti questi interrogativi hanno suscitato il mio interesse, non ascoltando il parere contrario degli altri: “Scegli un corso che ti porti un lavoro; cosa vuoi fare con Filosofia, il filosofo?” Purtroppo molta gente sottovaluta il valore della filosofia oggigiorno; molto spesso ciò è dettato da una ignoranza dell’evoluzione che la filosofia ha avuto nel corso dei secoli. Un’evoluzione che ha portato a un modo diverso di affrontare il tema filosofico, non più nella pura speculazione intellettuale, ma anche attraverso un’attuazione pratica. Questo è stato anche il tema della mia tesi di laurea.
3- Sei alla tua prima pubblicazione letteraria con il libro “Il fumetto trai banchi di scuola”, che cosa ti ha spinto a scriverlo? Parlaci del tuo libro.
Posso affermare senza alcun dubbio che questo libro è la mia opera del cuore. Il fumetto è entrato in un momento particolare della mia vita, e per certi aspetti mi ha aiutato nel volgere il mio interesse verso la letteratura, la filosofia, la satira e le materie scientifiche; questo perché la curiosità era stimolata dalla lettura di un determinato fumetto che faceva riferimenti a vari temi. Poi, per gli esami di stato, decisi di portare una tesi incentrata sul percorso didattico tra scuola e fumetto. Osservando la curiosità e i dubbi dei miei professori, decisi di approfondire ulteriormente questo lavoro nei successivi tre anni, agevolato, oltre che dalla passione, anche da una maturazione professionale e umana. Cosi è nato “Il fumetto tra i banchi di scuola”, in cui analizzo i punti d’incontro tra il fumetto e le scienze umanistiche: i Peanuts diventano un modello per interpretare l’esistenzialismo di Sartre, Little Nemo sfida Freud riguardo l’interpretazione dei sogni; Mafalda fa le veci per chiunque ami la nostra terra, si rivive l’orrore dell’olocausto e della bomba atomica grazie a graphic novel come Maus e Gen di Hiroshima, ecc.
4- Quali sono le letture che ti hanno forgiato in tal senso? Filosofo e scrittore, quando è nata la consapevolezza di queste tue scelte?
Sono da sempre un appassionato lettore di ogni genere, non ho autori favoriti, anche se nutro una profonda stima per i saggi di Umberto Eco, i libri di Tiziano Terzani, le opere oniriche di Murakami Haruki, e le riflessioni di filosofi come Immanuel Kant, Friedrich Nietzsche e Jean-Paul Sartre. Naturalmente, a queste letture vanno aggiunti i numerosi fumetti che leggo e colleziono; mi soffermo in particolare sulle opere di Hugo Pratt, Jiro Taniguchi e Joe Sacco.
La scrittura l’ho coltivata fin da bambino, quando mi dilettavo a scrivere dei racconti tipici della fantasia di un bambino; la filosofia invece è arrivata dopo, ma ha comunque avuto su di me un impatto devastante riguardo le mie scelte di vita. Senza di essa non sarebbe nato questo saggio, e nemmeno avrei avuto il coraggio di continuare a scrivere.
5- E’ stato difficile arrivare alla pubblicazione?
Si, perché penso che il mondo editoriale tuteli poco gli scrittori emergenti, puntando solo sui nomi già noti al grande pubblico e anche sull’aspetto prettamente commerciale delle opere. Fortunatamente, grazie alla Booksprint Edizioni, ho la possibilità di vedere pubblicato il mio lavoro e di essere inserito nel circuito editoriale.
6- Partecipi ai concorsi letterari? Sì o no, perché?
Finora non ho avuto modo di partecipare a un concorso letterario; questo perché comunque non seguo molto gli sviluppi di questi concorsi, e inoltre non sono molti quelli che danno spazio a generi letterari come la saggistica.
7- Hai esordito nel mondo dell’editoria con questo saggio filosofico sui fumetti, una scelta importante; da che cosa è nata quest’esigenza? Aggiungi pure il link dove trovare informazioni sul romanzo, la pubblicazione e dove è possibile acquistarlo.
Non ho la pretesa di erigermi a docente o critico; l’esigenza nasce da un voler condividere con gli altri, i ragazzi in particolare, questa mia personale ricerca, ovvero mostrare come si possa studiare con strumenti e linguaggi diversi certe tematiche che, con il metodo classico, potrebbero risultare ostiche e noiose. E’ bene però ribadire che ciò non deve portare a pensare che si possa sostituire il libro di testo, ma che esso possa essere integrato anche con letture diverse, per suscitare quelli stimoli e quelle curiosità necessarie alla conoscenza e allo studio.
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