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domenica 11 dicembre 2011

Consigli di lettura- Il complotto. La storia segreta dei Protocolli dei Savi di Sion



Proseguono i nostri consigli di lettura, sempre all’insegna della comprensione e dell’apertura verso l’altro, ma soprattutto contro ogni forma di pregiudizio e odio razziale.
Will Eisner, il padre della "graphic novel", racconta la storia documentata dei Protocolli dei Savi di Sion in questo romanzo per immagini, un capolavoro finito di scrivere e disegnare a un mese dalla morte.

Nei Protocolli dei Savi di Sion si racconta di un fantomatico piano ebraico per arrivare al dominio del mondo. In realtà i Protocolli sono un clamoroso falso, un documento fabbricato dalla polizia zarista per giustificare l'odio contro gli Ebrei, e che tuttora viene spacciato per verità indiscussa dalla peggiore propaganda antisemita.

Non tutti, in Italia, sono in grado di leggere un fumetto e capirlo. Si tratta di un linguaggio di enorme complessità, che richiede familiarità con una gran quantità di codici molto diversi fra loro, il cui apprendimento deve essere sviluppato fin dall'infanzia.
Da questo punto di vista, la lettura di un saggio di questo tipo può essere decisamente difficile per adulti che non abbiano la familiarità necessaria col linguaggio della letteratura disegnata. Ma se questa difficoltà non è presente, il libro di Will Eisner è uno strumento di ineguagliabile importanza per fare luce su un falso dagli effetti disastrosi (Infatti, con le necessarie modifiche rispetto agli originali creati dalla polizia zarista, I Protocolli dei Savi di Sion sono stati usati come ispirazione per il “Mein Kampf” di Hitler).
Purtroppo, nonostante questo coraggioso e bellissimo fumetto (altamente istruttivo e utile nelle scuole che vogliono affrontare un soggetto altrimenti ostico per i ragazzi), i protocolli sono ben lontani dall'avere esaurito il loro impatto nefasto; infatti, come dice Umberto Ecco nell'introduzione al volume: “Non sono i Protocolli a produrre antisemitismo è il profondo bisogno di individuare un Nemico che spinge a credere ai Protocolli”.

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