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martedì 27 dicembre 2011

Consigli di lettura- Blankets



Natale mi ha portato in dono la lettura di due volumi di uno straordinario autore statunitense: Craig Thompson. Uno di essi, Blankets, pur essendo stato pubblicato non molti anni fa(2003), è già considerato tra le più belle graphic novel di sempre. Attenzione: non si tratta di una lettura facile o leggera, al contrario. Blankets, a partire dalla sua mole( ben 600 pagine), incute timore.
Partendo dall’idea iniziale che ha portato alla creazione del volume, l’autore ha affermato che il suo desiderio era di raccontare le sensazioni che si provano nel dormire per la prima volta accanto a qualcuno. Il racconto si configura quindi come un vero romanzo di formazione autobiografico, che parte dall’infanzia ed accompagna il protagonista fino alla soglia dell’età adulta. Un racconto che ha il ritmo vero della vita vissuta, in cui il lettore vive in prima persona le vicende del giovane Craig. 

Costruito su flashback a partire dall’età adulta, Craig rivive così le fasi più importanti della sua esistenza, a cominciare dal rapporto con il fratello Phil. Un modo per confrontare quel che è diventato con quel che era, alla ricerca di quelle esperienze che l’hanno formato e ne hanno plasmato la crescita.
Craig e Phil vivono una vita normale, in una realtà filtrata dal retaggio evangelista della loro famiglia. Il rapporto tra i due è quello che ogni fratello ha vissuto nella vita reale, fatto di litigi, incomprensioni ma profondo amore. Finché Craig, ormai adolescente, non va nel campo vancanze della parrocchia. Qui incontra Raina, che cambierà totalmente il suo modo di vedere la vita e di rapportarsi col mondo.

Blankets è un’opera di intensa commozione, pur senza scadere nel melenso o nel banale. Si racconta la banalità dell’esistenza, ma forse ciò che rende speciale l’opera è proprio la scelta di raccontarla. Craig non pretende di essere speciale, ma noi, leggendo, ci accorgiamo che, in fondo, lo è. Merito dell’autore, capace di trattare la materia autobiografica con rigore e stile.
Una sorpresa straordinaria, per un giovane autore destinato a fare la storia della “nona arte".

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