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mercoledì 23 maggio 2012

Consigli di lettura: Il signore dei colori


Grazie ad autori come Roberto La Forgia il fumetto sta acquisendo un suo status culturale e poetico nella forma della letteratura grafica adatta per gli adulti. Con questo linguaggio molti temi vengono trattati in maniera approfondita e curata: da quelli dolorosi come la morte e la malattia fino a quelli delicati e scabrosi come la pedofilia.  
Non bisogna però aspettarsi qualcosa di dissacrante o irriverente ne “Il signore dei colori”.

La storia ruota attorno a un trio di bambini in età pre-puberale che muove i primi passi verso l'altro sesso, idealizzandolo in modo confuso e grottesco. Luca, Gianni e Paolo, tre bambini di un piccolo paesino della Puglia negli anni Novanta, immaginano e ricostruiscono il corpo e l'identità femminile componendo una figura distorta e informe, abbozzata prendendo spunto dai giornaletti porno. Sarà proprio questa sete di stimoli visivi a portare i tre ragazzini in un negozio di libri, riviste e fumetti usati il cui gestore troverà in Paolo, il più piccolo fra i tre, un'attraente immaturità e inconsapevolezza che lo travolgerà. Paolo, orfano di padre, cresce con la dura responsabilità di occuparsi di una madre paraplegica. Assolutamente non abituato ad essere considerato, si ritrova d'improvviso al centro delle attenzioni di un signore appassionato di libri e fumetti che lo accoglierà insegnandogli a guardare le cose sotto prospettive diverse, giocando con i colori.
Roberto La Forgia, che ha un’infanzia barese ma vive e lavora a Treviso, tratta l’argomento con equilibrio e delicatezza, non compiange le “vittime” e non sbatte dei “mostri” in prima pagina. L’opera ci rivela un autore molto maturo nella capacità narrativa, che accompagna con uno stile caratterizzato dalle stilizzazioni grafiche e dalla bicromia (nero e arancio) calda come il sole del Meridione ed emblema di un‘età divisa e in bilico.

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