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sabato 18 agosto 2012

Consigli di lettura: Buddha



Spesso, nel campo fumettistico, ci si concentra molto sulle opere moderne e contemporanee, come l’attuale graphic novel, il fumetto storico, le opere underground e di graphic Journalism. Ciò è di fondamentale importanza per lo studio e l’analisi del linguaggio fumetto. Il rischio è però quello di dimenticare opere e autori che hanno fatto la storia della nona arte.
Prendiamo ad esempio Osamu Tezuka: conosciuto universalmente come “il Disney giapponese”(anche se la sua produzione e creatività era addirittura superiore a quello del caro Walt) e come “Il Dio dei manga”, l’autore nipponico ha scritto e disegnato oltre 700 storie per una stima di circa 170.000 tavole prodotte.
Egli affermava: “Sono convinto che i fumetti non debbano solo far ridere. Per questo nelle mie storie trovate lacrime, rabbia, odio, dolore e finali non sempre lieti.” Proprio per questo le sue opere sono conosciute e lette in tutto il mondo, e tra i suoi lavori più noti vorrei soffermarmi su un incredibile opera di stampo artistico e storico: “Buddha”, un’opera composta da 14 volumi (edita in Italia da Hazard edizioni).

A tutti è nota la vita di Siddhartha Gautama: quando era nato, i suoi genitori erano stati rassicurati da un indovino che il bambino era destinato a grandi cose, sarebbe diventato il grande conquistatore dell’umanità oppure il suo redentore. Preferendo di gran lunga il primo destino, il padre fece crescere il principino in una residenza reale e piena d’affetto, isolato da tutto ciò che era sgradevole e brutto. La sua era una vita di lusso e gioia, coronata dal matrimonio con una bellissima principessa e dalla nascita di un figlio. Ma un giorno, mentre passeggiava, il principe vide un vecchio infermo sulla strada. Fu stupito e addolorato da quella vista, il suo primo incontro con la sofferenza umana. Il giorno seguente vide un uomo morente, e il successivo un cadavere. Improvvisamente, il principe si rese conto della realtà della sofferenza, dell’invecchiamento, della malattia e della morte. Ora capiva che tutta la sua vita era costruita su una bugia, sulla negazione del dolore come parte dell’esistenza. Siddhartha cercò allora sollievo nella religione e si fece monaco. Nonostante ciò, divenne molto presto insoddisfatto del messaggio standardizzato dei suoi compagni asceti, che accettavano con compiacenza i mali della vita come parte dell’ordine naturale delle cose. Secondo Siddhartha, il dolore è vero e potente, ma non possiamo esserne compiacenti. E solo cancellando l’egoismo dai nostri cuori che possiamo trascendere i ceppi costringenti della nostra esistenza . Mentre sviluppava una filosofia con radici profonde per superare il dolore e l’egoismo, il principe attirò molti studenti intorno a sé. Siddhartha affermò: “Quando ero giovane vivevo la vita come se dormissi, ma ora mi sono svegliato”. Divenne quindi conosciuto come “il Risvegliato” o “l’Illuminato”, ovvero, il Buddha.
Nel raccontare il viaggio spirituale del Budda, Tezuka voleva presentare anche una visione panoramica dell’antica società Indiana. Infatti, attorno alle vicende del Budda sono intrecciate le vite di una moltitudine di personaggi per rappresentare i diversi percorsi che la vita offre : Tatta, un “intoccabile” che dichiara guerra all’ordine sociale; Chapra, uno schiavo che si schiera con l’elite dominante; Migaila, una bellissima ragazza che si innamora del Buddha; e il generale Budai, un ottuso soldato con sogni di conquista. Nel cercare la propria strada nel mondo, Buddha deve superare le tentazioni presentate da questi sentieri alternativi: la sete di vendetta, il successo sociale, la bellezza fisica e la vittoria sul campo di conquista.
Lo splendore visivo del lavoro di Tezuka è in primo piano. Con veloci, abili tratti, evoca le meraviglie dell’India, sia naturali che artificiali. I suoi studi scientifici fuoriescono in molte delineazioni sottili dei paesaggi e della natura.
Ma quelli che amano la religione solenne e dai toni alti saranno sconsolati dal Buddha di Tezuka. Perfino in questa serie, infatti, l’autore mantiene la sua posizione di fumetto come intrattenimento popolare: il suo lavoro brulica di un’esuberanza cartoonistica da capogiro, ci sono molte battute anacronistiche e i personaggi minori spesso sembrano dei cartoons.
Però, in questa sua esuberanza antica, Tezuka è fedele allo spirito del pensiero buddista. La sua è una ricerca storica e filosofica di notevole valore: ciò che l’autore rappresenta è davvero ripreso alla lettera dalla storia e dai miti che circondano il Buddha. Indubbiamente, la serie di Tezuka offre un ampio bagaglio di conoscenze e strumenti per chiunque affronti per la prima volta i temi legati alla conoscenza delle religioni e della cultura orientale nel suo insieme.  


Quelli che sono ostili al buddhismo molto spesso lo accusano di essere una religione di rinunce, che nega la vita; alcuni cristiani dalle ristrette vedute usano addirittura la parola “nichilista” per descrivere il pensiero del Buddha. Niente è più lontano dal vero. Mentre cercava di trascendere il dolore della vita, Budda rimaneva molto vivo sulla superficie dei piaceri del mondo. Le immagini del Buddha che ride sono la vera faccia di questo saggio.

Noi tutti viviamo in un mondo dove la religione sembra spesso nemica dell’illuminazione, perfino un nemico della semplice gentilezza e morale. Ma nella nostra situazione disperata, è giusto ricordare che la religione non deve necessariamente essere maligna. Come rappresentato dalla vita del Budda, la religione è un balsamo che può curare le ferite più profonde della nostra anima.
È questo il più importante messaggio che l’autore nipponico dona al lettore: la vita di un principe filosofo che scopre la verità dell’esistenza nella compassione e nell’unione con il creato.   

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