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martedì 10 luglio 2012

Consigli di lettura: Neven. Una storia da Sarajevo



La narrazione per immagini detiene uno straordinario potere: quello di rendere testimonianza attraverso un tratto fluido e dettagliato che attiva nel lettore le emozioni e i sentimenti meglio celati nell’animo.
Joe Sacco è un maestro in questo; opere come “Palestina e “Gaza 1956” fanno ormai parte dell’immaginario narrativo contemporaneo, classificandosi come opere in grado di trattare eventi complessi e infidi. “Neven”, da questo punto di vista, non fa eccezione.

Siamo a Sarajevo, nel 2001. Dopo la fine del conflitto serbo-bosniaco, Sacco ritorna nella città. Stremata dalla brutalità e dalla follia del conflitto, la città è stranamente silenziosa, così l’autore decide di andare alla ricerca di una sua vecchia conoscenza di dubbia moralità: Neven.                                                                                 

Ma chi è Neven? Figlio di una musulmana e di un serbo, egli è un po’ di tutto: un eroe di guerra, un narratore, un pappone, un fanfarone, una guida turistica, uno scroccone. L’autore l’ha incontrato nel 1995 a Sarajevo, sul finire della guerra. Determinato ad acquisire quanto più denaro possibile dai suoi ricordi, Neven introduce Sacco in una intreccio di storie che hanno come protagonisti soldati, cecchini, bande di criminali legalizzate. Viene alla luce la cronaca dell’ascesa dei signori della guerra, paramilitari il cui fanatismo era stato utilizzato per difendere la Bosnia contro la pulizia etnica, ma finiti ben presto corrotti dal potere, dalla sete di sangue e dai deliri ideologici. È un'epopea atroce e grigia, animata da un universo ambiguo reso ancora più caotico dalla ferocia del conflitto
.
Grazie al tratto chiaro e alla sua passione per i dettagli, Sacco conferisce al racconto una precisione e una profondità molto più fruttuose di quanto un reportage è in grado di offrire. La capacità dell’autore è quello di saper sovrapporre immagini e scrittura, per creare ritratti indimenticabili e momenti di Humor nero.
Le sue tavole danno un volto umano ad azioni inumane, e pongono al lettore terribili quesiti morali sui fini e i mezzi, sull’intenso e tormentoso mistero dell’umanità in guerra. 

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