Perfino la data della sua nascita è stata un pasticcio:
Quino compie 80 anni il 17 luglio, però all’anagrafe di Mendoza è stato
registrato il 17 agosto. Per non parlare del nome di battessimo: “Ho scoperto
di chiamarmi Joaquìn alle elementari”. Questo perché in casa l’hanno sempre
chiamato Quino per distinguerlo dallo zio. Così Joaquìn Salvador Lavado è rimasto
per sempre Quino.
Con queste premesse, solo lui poteva essere il papà di
Mafalda la contestataria, l’irrequieta, l’indignata: “Oggi sarei in prima fila
tra loro” ha ammesso lo scorso ottobre a Luca Raffaelli, direttore artistico di
Romics.
Con l’Italia l’autore argentino ha sempre avuto un rapporto
speciale: “Mi sento più mediterraneo che argentino”. Quino infatti è arrivato a
Milano nel 1976, quando il generale Jorge Rafael Videla ha preso il potere nel
suo paese dando il via alla dittatura: “La patria significa gioventù; stare
lontano da lei ha fatto sì che il mio umorismo sia diventato un po’ meno vivace,
però a volte più profondo”. Le strisce di Mafalda lo consacreranno tra gli
autori della nona arte più importanti di sempre : figlia della classe media, Mafalda
abitava in calle Chile 371, nel quartiere di San Telmo a Buenos Aires.
Tanti auguri Quinito, e grazie per aver denunciato i mali di
questa terra dando voce a una bambina contestataria, disillusa, ribelle, ma mai
doma nella sua personale battaglia per creare un mondo migliore.
Oggi più che mai il suo messaggio non dev'essere dimenticato.
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