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giovedì 23 febbraio 2012

Focus su: Gianni de Luca

Dopo la fine del maltempo che ha messo in ginocchio la nostra Italia per settimane, sono riuscito a dare l’esame per cui ho tanto studiato in quest’ultimo mese: Drammaturgia.
L’esame in questione consisteva in uno studio sulla storia, il mito e la tradizione della commedia dell’arte: tutto è andato bene, e ho potuto addirittura discutere con la prof. del rapporto intrinseco che vi è tra il teatro e il fumetto. A questo proposito ho intenzione di proporre un piccolo focus su uno dei più grandi fumettisti italiani di sempre: Gianni De Luca.

Nato nel 1927 in un piccolo paese della provincia di Catanzaro, si trasferisce giovanissimo a Roma, dove frequenta la facoltà di Architettura, che abbandona per dedicarsi completamente al fumetto. Esordisce sulle pagine de Il Vittorioso nel 1946 con la serie Anac il distruttore, seguita nel 1947 da Il mago Da Vinci, L'impero del sole e Gli ultimi della Terra.
Verso la fine degli anni cinquanta inizia la sua collaborazione con le Edizioni Paoline ed in particolare con Il Giornalino: tra il 1957 ed il 1969 realizza La più grande storia mai raccontata (una serie di racconti tratti dalla Bibbia) e I dodici in cammino (una storia della chiesa cristiana).
La svolta però arriva nel 1969, quando sulle pagine de Il Giornalino esordisce il commissario Eugenio Spada, le cui storie vengono scritte da Gianluigi Gonano, giornalista e scrittore.
Il personaggio di Spada è in sé semplice ma assolutamente innovativo per molteplici motivi: in primo luogo, la rivista che lo pubblicava era un giornale rivolto ai ragazzi ed ai giovani, distribuito soprattutto nelle parrocchie, e questo dà l'idea di quanto coraggiosa potesse essere la proposta; poi, a differenza di molti altri fumetti dell'epoca, era aderente alla realtà violenta di tutti i giorni.
I due autori continuarono la loro opera fino al 1982: Gonano propose con regolarità testi e storie sempre attuali (indagini classiche, criminalità organizzata, sette sataniche, terroristi, assassini, ecc.), mentre i personaggi asciutti di De Luca, dettagliati ed espressivi come quelli veri, con inquadrature innovative e personaggi in continuo movimento all'interno delle vignette, anticiparono sicuramente alcune delle trovate grafiche di autori statunitensi come Marshall Rogers, Bill Sienkiewicz, Dave McKean.
Gianni De Luca proponeva tavole con vignette orizzontali, sagome appena abbozzate per dare l'idea del movimento e personaggi presenti più volte nella stessa vignetta, quasi come non fossero contenti dell'angusto spazio offerto dalla griglia classica. Questa idea, abbastanza ardita ma apprezzata, viene portata ai massimi livelli quando viene proposto all'artista calabrese di realizzare una versione a fumetti di tre grandi opere shakespeariane: Amleto, La tempesta e Romeo e Giulietta.
È il 1975 e De Luca si prende una pausa dalla serie del Commissario Spada per affrontare, insieme a Roudolph (Raul Traverso), abile sceneggiatore esperto nelle trasposizioni fumettistiche dei classici della letteratura, con passione e puntiglio, il famoso Ciclo shakespeariano. In queste opere De Luca mette in pratica quanto teorizzato da Buzzelli, secondo il quale il fumetto altro non è se non teatro. E ritenendo che proprio il teatro sia comunque il mezzo espressivo più adatto per queste opere, de Luca decide di far muovere i personaggi all'interno di un fondale teatrale. In questo modo cadono le suddivisioni in vignette, e su un unico sfondo che prende la lunghezza di pagine, sono i personaggi a muoversi e ripetersi anziché le vignette. Capolavoro tecnico ed espressivo, il Ciclo vede il suo culmine proprio nel dramma di Romeo e Giulietta, resi così fedeli ed attuali anche dal tratto magico di Gianni De Luca.
Questo grande autore si spegnerà a Roma nel 1991, lasciando incompiuto il suo ultimo lavoro “I giorni dell’impero”(saga ambientata nella Roma imperiale).
Resta nei pensieri degli appassionati e nei giudizi della critica come il Maestro del fumetto italiano e come uno dei più abili innovatori di questo mezzo espressivo.

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