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martedì 2 ottobre 2012

Consigli di lettura: Cronache di Gerusalemme



Ho riportato dettagliatamente le definizioni di fumettista, fumettistico e fumetto tratte dal Devoto Oli, vocabolario della lingua italiana, edizione 1986, per riflettere sui pregiudizi che girano attorno al mondo dei Balloons. Il problema forse sta proprio nel termine fumetto: non mi è mai piaciuto, forse perché troppo restrittivo e banale per indicare un linguaggio ricco di codici e simboli, capace di creare un interessante via di comunicazione e di essere un ottimo strumento di informazione e indagine.

Certo, le cose sono cambiate dal 1986, ora c’è una più attenta analisi delle “storie disegnate”, e molti sono gli studiosi che si impegnano ad esplorare questo mezzo; però vedo ancora spesso un certo tono di sufficienza quando si parla di romanzi grafici, chiaro segno di un modo di vedere queste opere come puri prodotti d’intrattenimento, per rilassarsi e non pensare alle problematiche quotidiane, certi di trovarci di fronte ad un linguaggio poco impegnativo. Queste convinzioni derivano da un’ignoranza diffusa, intesa non come stupidità ma come non conoscenza del linguaggio e di certe sue opere sublimi, capaci di creare uno spirito critico nel lettore e di comunicare quello che le sole parole non possono fare.



Guy Delisle è un autore canadese conosciuto per i suoi reportage fumettistici ( tra i quali segnalo il bellissimo albo dedicato al suo soggiorno a Pyongyang, capitale della Corea del Nord). Per seguire sua moglie, amministratrice presso Medici Senza Frontiere, Delisle ha vissuto un anno a Gerusalemme, e ha riassunto la sua esperienza nell’opera “Cronache di Gerusalemme”(edito in Italia da Rizzoli Lizard).

È un opera complessa, ricca di sfumature e di dettagli, in cui l’autore non si fa scrupolo di narrare tutte le esperienze che ha vissuto in Israele. Quello che ne viene fuori è un ritratto nudo e crudo: Delisle, infatti, non resta chiuso in casa, ma viaggia, esplora, commina e osserva. È soprattutto questo che fuoriesce dal resoconto del soggiorno: un uomo curioso di conoscere le vicende del paese in cui è ospite, di comprenderne le dinamiche e lo spirito che lo attraversa. Ciò che rimane impresso è l’immagine di un paese composto da confini, fisici, e soprattutto mentali. Troppe sono infatti le ideologie che impediscono una pacifica convivenza: un esempio è ben mostrato dal quotidiano lancio di pietre tra coloni e palestinesi, dal pericolo di muoversi con l’auto nei quartieri ultraortodossi durante il giorno dello Shabbat e dai numerosissimi checkpoint disseminati nel territorio. In tutto questo emergono le tensioni feroci e millenarie, la speranza, la rabbia e la frustrazione dei palestinesi, in lotta contro l’occupazione e devastato dall’atrocità dell’attacco tristemente noto come “Operazione piombo fuso”, di cui l’autore è spettatore inerme. Ad egli non resta che sedersi, ascoltare, indagare, osservare e rappresentare quello che gli si palesa davanti ai suoi occhi.

Premiato come miglior opera al Festival di Angouleme 2012, Il lavoro di Delisle presenta una realtà problematica con gli occhi di chi cerca di afferrare un senso: quella che può essere scambiata per vigliaccheria, per non presa di posizione, è solamente il punto di vista di un individuo immerso in una realtà per lui totalmente estranea; non gli interessa dire chi ha sbagliato e chi ha ragione, descrivere gli errori e gli orrori degli israeliani o dei palestinesi. Quello che vuole cogliere è il lato quotidiano, condizionato da grandi questioni, eppure fatto di piccoli, significativi momenti narrati con maestria.

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