Proseguono i consigli di lettura, alle prese con l’analisi
delle migliori storie disegnate degli ultimi tempi. Con “Alain e i rom” ci
troviamo di fronte ad un opera molto particolare, che gestisce tutto il suo impianto narrativo sulla comunicazione
visiva grazie all’alternanza tra fotografia e vignetta (formula sperimentata dall’opera di Guibert “Il fotografo”).
Edita da Coconino press, impreziosita dalla prefazione di
don Luigi Ciotti e dalla postfazione di Giusy D’Alconzo, l’opera di Guibert,
Keller e Lemercier tratta gli oltre dieci anni di viaggio del fotoreporter
Alain Keller tra i campi rom di mezza
Europa. Dal Kosovo alla Serbia, dal sud della Francia alla Repubblica Ceca,
fino al ghetto a cielo aperto di Lamezia Terme, in Calabria. Dovunque ha
fotografato i volti, scattato immagini della vita in roulottes e villaggi di
baracche, raccolto le storie e le testimonianze dei nomadi, documentando le
loro difficili condizioni di vita, la povertà, la minaccia delle espulsioni e
il quotidiano confronto con i muri dell’ostilità e dei pregiudizi, gli stessi in ogni luogo. Ma anche narrando con le immagini la cultura di un popolo, i
mestieri, le feste e la musica. Mostrando la fatica e la gioia di vivere,
principale intento del fotografo.
“Alain e i rom” è quindi un eccezionale reportage
giornalistico e grafico sul popolo Rom, in cui fotografia e fumetto dialogano e
si mescolano, accostati con notevole senso del ritmo e del racconto. Esso è il diario di un viaggio alla scoperta di un popolo migrante che vive tra noi. Un
invito a guardare per conoscere una cultura “altra”, e superare paure e
preconcetti. Un invito, inoltre, a ribaltare il punto di osservazione: a
scoprire i conflitti del presente e la storia d’Europa vista con gli occhi dei
Rom, “dai finestrini senza vetri di un caravan senza ruote”. Un documento
importante, che rivela la grande dimensione e personalità delle bande dessinée
francesi nella loro continua evoluzione come strumento interattivo di
informazione, denuncia e testimonianza.
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