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venerdì 22 giugno 2012

Consigli di lettura: Il dubbio


"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"; "Ne sei sicuro?"; "Non ho alcun dubbio!"

 Oggi pomeriggio, seduto sulla veranda a godermi la leggerezza brezza di una calda giornata estiva, mi sono intrattenuto in una conversazione con i miei cari, il cui tema erano i libri di Luciano De Crescenzo. Grazie a questa conversazione mi è tornato a mente un suo volume letto alcuni anni fa, che merita di essere ripescato. Al di là di bellissime opere come "La storia della filosofia" e "Così parlo Bellavista), nella bibliografia dello scrittore napoletano si celano altre perle; tra queste vi è "Il dubbio".
“Il dubbio” è un libro straordinario nella sua semplicità; la trama si può riassumere in questo modo: durante una notte di tempesta un uomo resta con l'auto in panne proprio nei pressi di una grossa villa. L'uomo viene accolto nell'edificio, dove si stanno festeggiando i 65 anni della marchesa Maria Antonietta di Sangro. All'uomo, che dice di essere un ingegnere, tal Luigi De Conciliis, viene offerto in attesa di una sistemazione diversa un posto alla tavolata e vengono presentati gli altri commensali. Il marchese Di Sangro, la signora Venusio, nota astrologa, monsignor Gardini, Stefania, la nipote della marchesa e Giorgio - il suo fidanzato.
La discussione che nasce tra i conviviali prendendo spunto dal libro di Monod  “Il Caso e la Necessità” finisce per appassionare tutti i presenti, ognuno secondo il suo ruolo e punto di vista. L'astrologa immagina un mondo governato dal destino, l'uomo di fede logicamente dissente e oppone la sua visione trascendentale della realtà, l'ingegnere aggiunge la variabile del Caso come motore dell'esistenza, il fidanzato della ragazza chiama in causa invece il semplice calcolo delle probabilità. Ma allora anche la fermata dell'auto dell'ingegnere proprio davanti alla loro villa può essere considerata un segno del Destino? O come pensa il monsignore è un atto voluto da Dio? O è semplicemente stata solo una fra le milioni di combinazioni possibili del Caso? … “Che cos'è il tempo? […] E il presente? Esiste sul serio il Presente? Se è vero che il Passato non esiste perché non è più, e se è altrettanto vero che il Futuro non esiste, perché non è ancora, come fa il Presente a esistere, quando è solo una separazione tra due cose che non esistono?” Questo si chiedeva già secoli fa Sant'Agostino. Perché se proviamo a schiacciare una zanzara sul muro con un giornale questa la fa quasi sempre franca? Perché la zanzara ha un tempo diverso dal nostro. E ha una visione talmente rallentata che quel poco che vive le sembra un tempo lunghissimo. Ma allora esiste un tempo universale che vada bene sia per noi che per quel minuscolo insetto?... La geometria euclidea, come si sa fino alla scoperta della relatività, considerava lo spazio delimitato da tre dimensioni, altezza, lunghezza e profondità. Ma il discorso si complica quando alla rappresentazione dello spazio aggiungiamo la quarta dimensione. Che cos'è? Come possiamo immaginarla se non la vediamo? E la quarta dimensione è capace di spiegarci la dimensione dell'Universo? È dunque il Caso o il Destino a governare il mondo? E che cosa sono il tempo e lo spazio?

Questi sono solo alcuni dei più grandi interrogativi sui quali tutti prima o dopo ci siamo ritrovati a ragionare, senza riuscire a trovare una risposta soddisfacente, se non quella della frustrazione. Gli stessi interrogativi che anche De Crescenzo si è portato dietro sin da adolescente e ai quali ha provato a dare risposta grazie a questo bellissimo volumetto.
Tra scienza, fede, filosofia e senso pratico il lettore compie un viaggio assieme all'autore, attraverso i meandri più inesplorati dei segreti che governano la vita dell'uomo e dell'intero universo,  e questo in poco più di cento pagine. È chiaro che De Crescenzo ha formulato un compendio che, condensato in così poche pagine, può solamente fornire una piccola infarinatura sull’argomento, infatti lo stesso autore in appendice fornisce a chi volesse approfondire preziosi consigli bibliografici sul tema.  Ma riesce a raggiungere il suo scopo,  riuscendo a incuriosire su temi non facili da maneggiare grazie alla sua verve letteraria.

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