Ogni tanto capita di consultare gli scaffali di una libreria
e di trovare una graphic novel praticamente vietata ai minori, un libro che
farà discutere. Questo libro grafico è “Io le pago” di Chester Brown, edito da
Coconino press.
È la confessione in forma di diario di un cliente abituale
di prostitute: Chester Brown si mette in scena in prima persona senza sconti né
omissioni o indulgenze.
Lasciato dalla fidanzata e reduce da ormai troppe delusioni
amorose, il quarantene Chester decide di dire per sempre addio a rapporti di
coppia e legami sentimentali stabili. Resta però il sesso, come desiderio e
bisogno fisico da soddisfare: cosa fare, se non si ha la vocazione alla castità
e, nello stesso momento, si è troppo timidi per cercare avventure da una notte?
Semplice: si pagano le donne.
L’autore lo decide a mente fredda, in modo razionale.
Stanzia il suo budget ed entra da cliente fisso nel mercato delle escort.
Consulta annunci su giornali e siti web, confronta le “recensioni” di altri
clienti, ci racconta e disegna in modo chiaro, ma mai volgare, la cronistoria
dei suoi incontri e appuntamenti “a luci rosse”. Egli non nasconde nulla: anzi,
difende il sesso a pagamento da un punto di vista etico e ideologico, invocando
la completa depenalizzazione della prostituzione (causa di molti scontri
dialettici con colleghi e amici).
Alla fine del racconto, in un vero saggio scritto in
appendice, l’autore mette in fila e prova a confutare tutti i più comuni
argomenti contro la prostituzione: per Chester Brown non si tratta di
sfruttamento o mercificazione degradante del corpo, ma di libera e consapevole
scelta di fare del sesso un “servizio” e un oggetto di mercato.
Indubbiamente, la conclusione della lettura non lascia indifferenti. Si potrà non aver
cambiato idea sul sesso a pagamento, ma non c’è dubbio che l’autore
ha sollevato un problema.
Il libro è stato salutato dagli elogi di artisti del calibro
di Robert Crumb, Neil Gaiman e Alan Moore, oltre che di molte rappresentanti
dei movimenti per i diritti delle prostitute e delle sex workers. Un’opera che
suscita dibattiti e forti polemiche, in un’accesa discussione che è
sicuramente destinata a proseguire.
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