In seguito all’articolo pubblicato su diregiovani.it (riporto
il link: http://www.diregiovani.it/concorsi/concorsi-2012/articoli/13822-libri-e-fumetti-quale-e-il-migliore.dg);
vorrei dire la mia su quello che penso dei libri e dei fumetti.
La studentessa in questione fa una riflessione sui libri e
sul fumetto, dando maggiore importanza ai primi perché lasciano più spazio all’immaginazione,
arricchiscono il vocabolario e fanno vivere nuove emozioni; “i fumetti” ,invece,” sono belli e divertenti ma nella vita non ti porteranno lontano (a
meno che tu non sia un disegnatore di fumetti)”.
Indubbiamente la letteratura, quella vera, consente di
sognare; consente di potersi immedesimare in un personaggio, di capire le
sfumature della complessità umana, rende capace di andare oltre le parole
impresse sulle pagine, e possedere così il senso critico e la capacità di
ribellarsi (per lo meno interiormente) alla dittatura e allo sfruttamento che
vede tutte le cose in chiave politica, che strumentalizza ogni cosa, compreso
il senso del sacro e della religione.
In questo, credo che anche il buon fumetto possa avere le
stesse qualità della letteratura. Una buona storia disegnata può veicolare gli
stessi tipi di sensazioni e messaggi che può fare un buon libro, anzi, forse
anche con maggiore efficacia, grazie ai numerosi codici (linguistici, grafici e
cinematografaci) di cui dispone.
Lo scopo è l’immedesimazione, per vedere le cose da punti di
vista diversi. Non dal punto di vista unico che può essere imposto senza che
ce ne accorgiamo. Il fumetto è riflessione, è sogno, è conoscenza dell'altro. È
porsi dei dubbi. È ciò lo rende uno strumento potentissimo, oltre che un mezzo straordinario.
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