"Io dunque sono figlio del Caos; e non
allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna,
che trovasi presso ad un intricato bosco denominato, in forma dialettale,
Càvusu dagli abitanti di Girgenti… corruzione dialettale del genuino e antico
vocabolo greco Xaos".
(Luigi
Pirandello, Frammento d’autobiografia, 1893)
Oggi cade il 145°anniversario della nascita del
grande Luigi Pirandello (nato il 28 giugno 1867), è porgo il mio personale tributo
ad uno dei più grandi letterati italiani di sempre con un disegno semplice rappresentate
le sue celebri maschere.
Maschera e teatro, due riferimenti simbolici al
grande poeta, scrittore e drammaturgo siciliano.La maschera, tema dominante nelle opere pirandelliane, nel continuo tragico conflitto tra la forma e l’essenza, celebrata nel suo primo grande romanzo di successo, “Il fu Mattia Pascal” (pubblicato nel 1904); ed il teatro, a cui Pirandello si dedicò totalmente a partire dagli anni 1921-1922, che decretò il suo successo, in Italia e all’estero, con le rappresentazioni teatrali delle sue opere, che mise personalmente in scena fino al 1934.
L’interesse dominante di Pirandello regista teatrale è la recitazione: i suoi attori devono “calarsi” nel personaggio, identificarsi con lui.
Nel 1929 fu nominato Accademico d’Italia. Nel 1934 ricevette il premio Nobel per la letteratura, consegnatogli il 10 dicembre a Stoccolma dal re di Svezia. Nel 1936, mentre assiste alle ultime riprese, a Cinecittà, di un nuovo adattamento cinematografico de "Il fu Mattia Pascal", si ammala di polmonite. Muore la mattina del 10 dicembre di quello stesso anno nella sua casa di via Antonio Bosio a Roma.
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