Lo so, non aggiorno il blog da una vita e me ne scuso con
chi segue quotidianamente i miei post. Purtroppo, impegni di diversa natura mi
hanno privato sia del tempo che, soprattutto, della serenità per scrivere. Non
prometto un aggiornamento costante, ma cercherò di impegnarmi al massimo per
conservare questo piccolo spazio di condivisione di idee, spunti e riflessioni.
Tornando al tema del titolo, oggi voglio segnalare il bel
saggio di Serenella di Marco: Fumetto e
animazione in Medio Oriente. Persepolis, Valzer con Bashir e gli altri: nuovi
immaginari grafici dal Maghreb all’Iran, edito nel 2011 dalla casa editrice
Tunué per la Collana Lapilli (collana diretta da Marco Pellitteri).
Un interessante saggio in cui artisti e opere raccontano il Medio Oriente. Al
riparo dalla censura, vengono presentate le creazioni e le opere degli
illustratori, registi, fumettisti di questa terra che ha sempre affascinato
l'Occidente. I grandi successi di Marjane Satrapi, Ari Folman e gli altri
grandi autori, fra giornalismo e narrativa, fumetto e animazione, denunciano e
ci fanno conoscere un'intera civiltà che, oggi, è protagonista di enormi
rivoluzioni.
Con Fumetto e
animazione in Medio Oriente, Serenella di Marco traccia una ricognizione
storico-sociale della contemporaneità del Vicino e Medio Oriente attraverso gli
artisti e le opere che ne raccontano i nuovi immaginari. La Primavera araba,
con i suoi moti rivoluzionari contro sanguinarie dittature e iniquità sociali,
ha fatto emergere una grande varietà di talenti artistici che raccontano i
sogni delle nuove generazioni, storie disegnate dei molti autori e autrici
coraggiosi che hanno sfidato la censura e le sue punizioni pubblicando
materiali spesso assai scomodi per i regimi.
Ho molto apprezzato il lavoro di ricerca condotto dall’autrice
nel tracciare un profilo storico e sociologico dell’arte e della comunicazione
visiva nel Medio Oriente. Forse l’unica pecca è rappresentata dal poco spazio
dedicato ad alcune realtà geografiche come l’Algeria e il Libano, vere fucine
di talenti, e che avrebbero sicuramente meritato un trattazione a parte.
Nonostante ciò, apprezzo l’impegno e lo studio
condotto dalla Di Marco nel trattare un tema che in Italia e tutt’ora poco
esplorato: il fumetto come strumento di testimonianza, veicolo di idee e centro
interculturale per la comunicazione tra i popoli. Assieme ad altre forme e
linguaggi espressivi come il cinema d’animazione e la performance visiva, il
fumetto si presenta al lettore con un atteggiamento chiaro: diversi nomi, per
diverse realtà e diversi contesti, ma un unico grande obiettivo, la libertà di espressione, la libertà di
essere sé stessi.