In queste giornate primaverili ho avuto modo di “divorare”
il bel volume di Ulli Lust: Troppo non è
mai abbastanza, edito dalla Coconino press.
Vincitore del “Prix Revelation” di Angouléme e del “Prix
Artémisia” riservato al fumetto al femminile, Ulli Lust scrive un toccante romanzo grafico tra autobiografia,
indagine socio-antropologica e road
movie.
La trama è questa: due ragazzine punk austriache, desiderose
di una vita libera e priva di doveri, decidono di partire insieme per un
viaggio in Italia. Attraversano il confine; giungono a Verona, poi a Pescara,
Roma e infine, l’ultima metà: la Sicilia, per passare un Inverno lontano dalle
intemperie. Qui il loro sogno di ribellione si concluderà presto, e dovranno
fare i conti con una realtà ostile, piena di insidie e pericoli.
Tutta l’opera è permeata da un grande senso di libertà e di
fuga, dettato dall'età delle protagoniste, adolescenti che affrontano il mondo
per la prima volta.
Temi centrali del libro sono la fragilità, la paura, e l’ansia
del vivere in un mondo in cui due ragazze carine, sole e disinibite sono
semplici oggetti sessuali, da sfruttare e godere finché se ne ha la voglia, per
poi umiliarle o anche peggio.
“Ehi, sono un essere umano, non un animaletto carino”
afferma con decisione l’autrice, ed è questo il suo intento: spronare le
giovani donne a trovare il coraggio e la forza per non piegarsi a quelle che è,
specie in Italia, una terrificante piaga sociale: il machismo e la violenza
sessuale.
Alcune tavole del volume ricordano gli studi critici sulle
classi sociali realizzati dagli autori del settimanale satirico Simplicissimus,
che la Lust annovera fra i suoi maestri. Ma l’artista s’ispira anche ad autori
come Gilbert Hernandez e Art Spiegelman, all'autrice femminista Marilyn French
e all'austriaco Odon von Horvath.
Indubbiamente, è una graphic novel dal sapore intenso e
molto attuale, arricchito dall'occhio ironico di una donna che ha vissuto
certe emozioni, certe sensazioni, certe paura. Paure causate dal fatto di non
sentirsi umani, di essere visti solo come meri oggetti, di perdere del tutto la
propria soggettività.
Quest’opera è scritta e disegnata da una donna per le donne,
in uno straordinario inno alla libertà, al rischio, al diritto alla propria indipendenza
ed esistenza.