Ogni
società fino ad oggi è stata oligarchica, cioè governata da pochi, anche se
"rappresentanti" di molti; oggi specialmente, malgrado la diffusione
di certi modi detti democratici, il potere (un potere enorme) è in mano a
pochi, in ogni paese. Bisogna, invece, arrivare ad una società di tutti, alla
"omnicrazia".
(Aldo Capitini)
Indubbiamente può sembrare inusuale
trovare una citazione di Aldo Capitini su un blog che si occupa del fumetti e
dei suoi linguaggi. Un blog che, causa impegni, pigrizia, e anche un po’ di
sfiducia, non aggiorna più come una volta.
Ho sempre evitato di menzionare
temi e discorsi politici nei miei post: infatti, ho sempre pensato alla
politica come qualcosa di sporco, effimero, a tratti triste; questo perché sono
rimasto disilluso da una società e da un sistema che non pensa ai giovani, alle
persone e alla cultura, tutto rivolto com’è dal proprio tornaconto personale.
Ed è questo ciò che più mi disgusta: il politico dovrebbe essere una persona
che ha a cuore l’interesse della comunità, non il proprio.
È adesso, a poche ore dalle
elezioni 2013, ho compresso una cosa: sbagliavo, bisogna partecipare
attivamente alla politica, farlo insieme agli, discutendo con mente aperta e
flessibile dei problemi della comunità e proponendo delle possibili soluzioni o
alternative. È questo monito deve partire da noi giovani: dobbiamo uscire dal
nostro torpore, risvegliare gli “ardori giovanili”, ma non quelli del menefreghismo,
del “tanto non cambierà mai nulla”, ma con quelli della voglia di cambiamento e
la disperata volontà di vedere rispecchiata davanti a noi una società
civilmente più impegnata ed attenta. Dobbiamo tenere a mente questa lezione:
non esistono uomini della provvidenza, siamo noi il cambiamento che vogliamo, e le
parole di Capitini, pensatore e filosofo italiano che andrebbe proposto nei
nostri programmi scolastici, risuonano di incredibile attualità.
Non dirò di votare questo e quel
partito: attraverso i mezzi di comunicazione odierni ognuno di noi può riuscire
a farsi una personale idea politica; quello che suggerisco e di andare a votare,
pensando alle necessità attuali: dal precariato alla disoccupazione giovanile,
dalla imprese in crisi alla cultura e all’ambiente non coltivato ne
valorizzato. Riprendiamoci la nostra voce nel dibattito contemporaneo: in fin
dei conti la politica non è che questo.